Il Sistema Idrico Urbano nel ciclo dell’acqua

Vincenzo Lanave

24  ottobre  2017, ore , Sala Aida

Azienda: Intesis Srl

Atti del Convegno

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Lo scenario di riferimento è il ciclo idrico integrato che attraverso la captazione e l’adduzione, con l’ausilio dei grandi vettori di trasporto e sollevamento conferisce la risorsa idrica ai sistemi idrici urbani che a loro volta, con le rispettive reti idriche e fognarie ed attraverso l’impianto depurativo (eventualmente corredato del trattamento terziario), chiudono il grande ciclo dell’acqua vs il recapito finale.

Il Servizio idrico integrato è un servizio regolato normativamente in tutto il mondo e legato alla gestione amministrativa dell’acqua.

Di Servizio Idrico Integrato in Italia si parla per la prima volta il 5 Gennaio 1994 nella Legge Galli n. 36, che reca disposizioni in materia di risorse idriche, in cui viene descritto all’art. 4 l’insieme dei servizi pubblici aventi per oggetto i vari sottosistemi che compongono il lungo ed articolato ciclo delle acque:

  • dalla captazione ed adduzione,
  • alla distribuzione ed allontanamento,
  • fino alla depurazione ed all’eventuale riuso

Tali Servizi vanno gestiti all’interno di ambiti territoriali ottimali che possono coinvolgere territori molto estesi es interregionali (come avviene ad esempio soprattutto nel Sud Italia).

Nel 2006 il Decreto Legislativo 3 Aprile 2006 n.152, recante Norme in materia ambientale, abroga la Legge Galli e ridefinisce il Servizio Pubblico Integrato come già espresso dalla Legge Galli, aggiungendo che deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto delle Norme Nazionali e Comunitarie.
In questo contesto fin dai primi anni del secolo in corso i vari gestori hanno cominciato ad infrastrutturarsi tecnologicamente in qualche modo, ciascuno per proprio conto autonomamente e senza un’authority né normalizzazione tecnica (come quella che ha governato ad esempio il settore elettrico), per telegestire la risorsa idrica nelle sezioni più semplici (le prime del ciclo), in cui la unidirezionalità dell’adduzione nonché la individuazione specifica dei punti di controllo delle captazioni e dei punti di sollevamento degli ostacoli orografici che si frappongono al trasporto della risorsa, hanno consentito la realizzazioni di infrastrutture tecnologiche più meno avanzate per la determinazione dei bilanci idrici e delle perdite.

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