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Prendendo spunto dalle recenti attività di revamping dei sistemi di telecontrollo dei due principali adduttori campani, l’Acquedotto della Campania Occidentale e l’Acquedotto Campano, che hanno portato ad un’analisi dei prodotti proposti da un mercato ad alto sviluppo tecnologico, si intende esaminare le discrepanze tra le potenzialità offerte da queste tecnologie e le effettive prestazioni dei sistemi di telecontrollo sviluppati per la gestione degli acquedotti. Il valore assoluto del bene trattato, ovvero l’acqua, è riconosciuto universalmente e già questo da solo dovrebbe giustificare adeguati investimenti ed altre attenzioni, ma è anche un “semplice” prodotto da trattare, trasportare e distribuire, con tutti i problemi del caso, uno tra tutti l’energia consumata. Certamente il telecontrollo, ovvero il “sistema gestionale” che è ancora indicato con tale nome, è uno strumento utile all’ottimizzazione dei processi, a volte indispensabile, auspicato dai gestori, ma spesso trascurato, sottostimato e trattato come un semplice asset aziendale, con il conseguente rischio di creare gap tecnologici difficilmente colmabili.